“La situazione del settore ovicaprino italiano sta attraversando una profonda crisi, di cui risente fortemente anche il nostro territorio, in cui è allevato l’11% dei capi dell’intera regione. Un numero che corrisponde a centinaia di aziende agricole ed allevatori, che percepiscono un prezzo irrisorio per il latte prodotto e rivenduto ad un costo molto più alto. Una situazione sulla quale chiediamo alla Regione di intervenire con misure di rilancio”. Queste le parole del Consigliere Regionale PD Francesco Scalia a seguito della presentazione al Presidente Polverini e all’Assessore Regionale all’Agricoltura Birindelli di un’interrogazione sulla crisi del settore ovicaprino del Lazio. “Nelle scorse settimane abbiamo assistito a diverse manifestazioni di protesta dei pastori della nostra regione che chiedono attenzione verso il settore e la rivisitazione del prezzo del proprio prodotto, fermo oggi a poco più di 60 centesimi per litro. Il prezzo all’origine nettamente inferiore ai costi produttivi e la contrazione della domanda nei principali bacini di mercato sono due fattori emblematici di un trend che va interrotto ed invertito con misure straordinarie, considerando inoltre che, in diverse aree, il comparto ovicaprino rappresenta l’unica fonte reddituale. Tuttavia, a seguito delle proteste, non si è registrata alcuna risposta da parte del Ministero dell’Agricoltura e della Regione Lazio”. Nel Lazio, riporta l’interrogazione presentata da Scalia, vengono prodotti circa 420.000 quintali di latte, in aziende che per la quasi totalità allevano un numero di capi compresi tra 1 e 99, su superfici tra i 2 e i 5 ettari. Il numero di capi nella regione è pari a 760.903 totali, di cui 715.397 ovini e 45.506 caprini, di cui l’11% in provincia di Frosinone. I dati relativi agli ultimi 12 mesi indicano che, su un totale di 8.287 allevamenti aperti, nel Lazio ne risultano chiusi 3181. “È ormai necessaria – aggiunge il Consigliere PD – un’azione seria e mirata di riorganizzazione del settore. La Coldiretti ha predisposto e presentato, a livello nazionale, regionale e in tutte le province del Lazio, un progetto di piattaforma per il rilancio e lo sviluppo del settore ovicaprino nel Lazio attraverso “Una filiera ovicaprina e tutta italiana”, compatibile con quanto Stato e Regioni possono fare. Tuttavia, invece che a una netta presa di posizione a favore del settore, assistiamo a strani fenomeni come la proprietà da parte dello Stato italiano di un’industria in Romania che, con latte rumeno e ungherese, produce formaggi di pecora “spacciati” per Made in Italy sui mercati europeo e statunitense, che contribuiscono a boicottare, con la loro concorrenza sleale, i pastori ed i prodotti italiani. Una situazione da denunciare e combattere, poiché la presenza di prodotti di imitazione sui mercati internazionali è la principale ragione del calo del 10% delle esportazioni dei formaggi di pecora Made in Italy con la quale viene motivata un’insostenibile riduzione dei prezzi riconosciuti agli allevatori italiani. Sollecitiamo pertanto il Presidente Polverini e l’Assessore Birindelli a fare tutto quanto in loro potere per frenare questa deriva e rilanciare il settore ovicaprino del Lazio”.